Un caffè con le balene

Disponibile da qualche giorno, sia in streaming che trasmesso su varie televisioni in tutta Italia, l’intervista che mi ha fatto Claudio Campagnolo al Caffè Pedrocchi di Padova. La serie si chiama “Un caffè con l’esperto” e tratta degli argomenti più vari, con gli esperti, appunto, più disparati.

La mia naturalmente parla di delfini, di balene, dell’Istituto Tethys per cui lavoro da 30 anni, di Digital Whales – Balene a Milano, il progetto realizzato con Tethys Verdeacqua all’Acquario di Milano (e in tempi di coronavirus anche on line), e molto altro…

balena franca australe

Aumenta la temperatura, aumentano le collisioni

 Un aggiornamento al capitolo: L’estinzione può attendere

Le collisioni con le navi sono uno dei problemi dei grandi cetacei, dovuti alla massiccia presenza umana in mare. E con il riscaldamento globale, aumenta la temperatura, aumentano le collisioni. Particolarmente colpite da questo fenomeno sono, tra gli altri,  le rarissime balene franche. Ma qual è il rapporto fra questi due elementi?

Lo spiega un articolo pubblicato on line da Associated Press: in California le collisioni sono triplicate nel 2018, nel New England sono di nuovo in amento dopo che erano calate. In ogni caso si teme che questi disastrosi eventi siano sottostimati perché in molti casi le vittime vanno a fondo e non vengono quindi nemmeno notate.

Tutto questo succede perché con l’aumento della temperatura gli animali tendono a frequentare zone diverse da quelle consuete in cui godono di protezione. È proprio il caso delle balene franche lungo la costa atlantica degli Stati Uniti per le quali erano addirittura state spostate alcune linee di navigazione e imposta una velocità ridotta. Spostandosi più a nord finiscono per sconfinare in zone che non sono “preparate” e dove non sono in vigore queste misure di protezione.

E non è tutto: con lo scioglimento dei ghiacci si prevede che si apriranno nuove rotte commerciali, soprattutto al polo Nord, esponendo così allo stesso pericolo anche specie artiche, che finora erano stata risparmiate.

leggi di più (in inglese)

La hit parade delle megattere

Perché le megattere cantano? Qui una bellissima infografica che lo spiega (in inglese). In sintesi: in acqua i suoni viaggiano 4 volte meglio che nell’aria; per contro, la luce penetra solo per pochi metri. Quindi i cetacei utilizzano ampiamente i suoni per comunicare. Le megattere hanno portato questa capacità ai massimi livelli, e si producono in vere e proprie canzoni, con frasi, temi e strofe. E, particolare che forse facciamo fatica a immaginare – non hanno bisogno di espirare per produrre suoni, perché riciclano l’aria che hanno nelle vie aree; ricordiamoci che tutto questo avviene sott’acqua, in apnea!

Chi canta sono i maschi, e si pensa che sia per attirare le femmine. E sembra che chi canta il motivo più “di moda” sia considerato più attraente. Sì, perché in ogni regione la hit parade è diversa e soprattutto cambia col tempo. Le mode si propagano da una regione all’altra e si evolvono…

Ma al di là di quella che a noi può sembrare una curiosità, cantare è importante per la sopravvivenza di questa specie. Ecco perché l’inquinamento acustico, che tende a coprire anche le frequenze utilizzate dai cetacei, può essere deleterio.

https://www.facebook.com/watch/?v=1349647328381803